In questo tempo “sospeso”, caratterizzato da profonde incertezze ed insicurezze, i ragazzi, più di ogni altro, si trovano spaesati dinanzi ad un mondo cambiato repentinamente, alla rinuncia allo stare insieme, alle passeggiate, al contatto con gli amici. In questo contesto, oggi più che mai è necessaria la presenza di riferimenti solidi e sicuri, di cui potersi fidare e con cui confrontarsi.
La scuola rappresenta un punto di riferimento e continua ad essere un luogo di vita, in cui si sviluppano non solo conoscenze, ma senso di appartenenza e di partecipazione.
La didattica a distanza, seppur variamente articolata, si rivela, in questa particolare situazione non “uno” ma “il” modo per far sentire ai ragazzi che non sono soli e che assieme ai compagni, guidati dai loro insegnanti, possono proseguire il loro percorso formativo, salvaguardando il diritto allo studio, e possono guardare avanti con fiducia nell’attesa di superare la fase di emergenza. Attraverso il coinvolgimento, la discussione, l’analisi della situazione, la comprensione, il conforto, il supporto, i docenti possono favorire quel senso di continuità e sicurezza così necessario ai giovani.
“La didattica a distanza sta diventando una risorsa (così come lo è sempre stata nella scuola in ospedale) che sopperisce all’impossibilità di fare lezione in presenza, e sta permettendo a docenti, ragazzi e famiglie di riscoprire una vicinanza, una collaborazione ed un’alleanza che sono ancora più preziose di fronte al senso di incertezza che comprensibilmente tutti sentiamo”, scrive il Ministro dell’Istruzione Azzolina in una lettera aperta alla comunità scolastica.
L’istituto Deganutti ha messo in atto, già dai primissimi giorni di sospensione delle attività, la didattica a distanza. Il team dell’innovazione e il referente del sito hanno predisposto quanto necessario per attivare, per l’intera istituzione, la piattaforma G-Suite for Education, fornendo nel contempo indicazioni dettagliate, in presenza e attraverso tutorial, a tutti i docenti.
Tutti gli insegnanti si sono attivati per predisporre le attività, facendo ricorso alle più diverse ed attrattive modalità didattiche, anche tenendo conto della strumentazione disponibile, al fine di mantenere, nei limiti della condizione data, il più possibile viva la relazione educativa con gli studenti, nella consapevolezza che non è possibile replicare con la didattica a distanza quanto realizzabile con l’attività in presenza.
Questo è quanto dichiara per l’Espresso la prof. Marina Fassina, docente di Diritto presso il nostro Istituto, nell’articolo di Sabina Minardi pubblicato sul numero del 22 marzo 2020, dal titolo “#IORESTOASCUOLA – Audiomessaggi, videolezioni, registri elettronici e whatsapp: con fantasia e dedizione gli insegnanti restano a fianco dei ragazzi e insieme riscoprono il senso di comunità”
«Anch’io sto riscoprendo la scuola come comunità», ammette Marina Fassina, che insegna Diritto all’Istituto tecnico Deganutti di Udine: «Tra docenti ci scriviamo di continuo, abbiamo imparato a fare videoconferenze, lavoriamo dieci ore al giorno: tutti gli insegnanti, indistintamente, dai più giovani ai colleghi prossimi alla pensione, si sono rimboccati le maniche. La necessità ci ha spinto a una full immersion. E proprio attraverso quei mezzi digitali che ho sempre considerato più un ostacolo che un effettivo vantaggio all’apprendimento. Ma siamo in emergenza, e la cosa che conta di più è non perdere di vista i ragazzi»…«Partecipano con un entusiasmo superiore a ogni aspettativa: mi arrivano i compiti rapidamente, ne fanno decisamente di più di prima, ma soprattutto mi scrivono, in privato, che gli manca la classe», prosegue la professoressa: «E allora non ha senso predisporre lezioni frontali e basta: questa è una grande occasione per parlare con i giovani, per organizzare insieme il tempo vuoto, per lavorare sulle competenze civiche e relazionali. Questa crisi lascerà anche delle cose buone. Per prima, la consapevolezza che non c’è tecnologia che possa sostituire il rapporto umano».