Cosa c’è di più comune di un tatuaggio? Tantissimi lo “indossano”: calciatori, campioni, insegnanti, modelle, studenti e pure detenuti. Ma cosa significa un tatuaggio? E’ un linguaggio universale e condiviso che consente, a chi vuole vedere, di conoscere e capire la vita della persona che ha scelto di scolpirlo con un’immagine indelebile sulla sua pelle.

E’ aprendo gli occhi su questo mondo sommerso che gli studenti delle classi quarte dell’articolazione Relazioni internazionali e marketing dell’Isis Deganutti di Udine hanno approfondito la tematica delle dignità della persona e della sua tutela per partecipare al concorso AICCRE FVG “l’Europa che vorrei”.

 

Partendo dagli spunti di Nikilaj Lilin in “Educazione siberiana” e dalla testimonianza dei compagni che grazie alla passata edizione del concorso hanno potuto visitare l’OSCE a Vienna, gli studenti hanno approfondito e proseguito il lavoro cominciato l’anno precedente sul mondo dei detenuti, un mondo invisibile alla nostra società, diventato di grande attualità anche con la recente visita di Papa Francesco all’esposizione della Biennale di Venezia allestita nel carcere femminile della Giudecca.

 

Nel corso di questi mesi di scuola, guidati dai docenti Barbara Disnan, Rodolfo Basaldella e Federico Snaidero, gli studenti hanno svolto approfondimenti partecipando al Convegno in “Ricordo di David Sassoli” organizzato dal Centro Balducci-Casa per l’Europa, al convegno Il Futuro dell’Europa dell’Università di Udine, alla mostra Colors allestita presso il nostro istituto dall’artista Paolo Andrea Bernardis, agli incontri di approfondimento con l’avvocato Enzo Barazza esperto dell’AICCRE e con le associazioni Icaro e Sisifo che si sono soffermate a raccontare le storie dei detenuti e i loro tatuaggi.

 

Al termine del percorso, gli allievi delle quarte RIM hanno realizzato un video di riflessione sulle parole profetiche di Alcide De Gasperi “libertà giustizia e pace interdipendenti e solidali”, ripetute nelle loro diverse lingue madre. Il video è stato sottotitolato per essere accessibile anche ai non udenti.

Il video, realizzato utilizzando solo device personali senza supporto di docenti e strumentazione scolastica ma coinvolgendo anche studenti e docenti di altre classi, si chiude con l’immagine simbolica degli occhi di un ex detenuto montati sul viso di una studentessa, un’immagine che parla a nome di chi, dietro le sbarre, non ha voce e a nome degli studenti che non vogliono chiudere gli occhi di fronte a questa realtà.

“Noi vogliamo vedere e far vedere. Questa è l’Europa che vorremmo”, il messaggio lanciato dai nostri studenti che hanno partecipato al concorso per la sezione “la dignità dell’Europa che vorrei”, intesa come libertà di espressione.

 

Una rappresentanza di studenti e i docenti coinvolti nel progetto hanno partecipato recentemente alla cerimonia di premiazione e ritirato un premio, insieme ai coetanei delle diverse scuole di tutta la Regione aderenti all’iniziativa.

 

Un ringraziamento va al prezioso supporto fornito dal personale tecnico e degli uffici amministrativi che, con il loro lavoro “dietro le quinte”, consentono la realizzazione di simili progetti così importanti per la formazione degli studenti.