Allestita nell’aula magna di via Diaz la mostra fotografica di Andrea Bernardis

E’ un “viaggio omerico” in settanta scatti tra i volti delle quaranta comunità straniere presenti nel capoluogo friulano, quello che viene proposto agli studenti dell’Isis Deganutti di Udine grazie alla mostra fotografica Colôrs del professionista Andrea Bernardis, allestita nell’aula magna dell’istituto di via Diaz.  Così lo definisce lo stesso artista che, assistente tecnico informatico della scuola, ha messo a disposizione dell’istituto e dei suoi allievi le fotografie scattate tra il 2005 e il 2009 nell’ambito di un personale progetto di analisi del fenomeno dell’immigrazione “nel tessuto sociale di una piccola città italiana di provincia, specchio di quanto accade su tutto il territorio nazionale, con un’integrazione di genti e culture diverse”.

La mostra, che era già stata esposta nel 2009 nella prestigiosa vetrina di Palazzo D’Aronco nell’ambito degli eventi di Vicino/Lontano, è stata riallestita per la prima volta in una scuola per volontà della Dirigente scolastica Maria Rosa Castellano in accordo con l’autore allo scopo di sensibilizzare, ancora una volta, gli studenti sul tema dell’immigrazione.

“Nel 2005 avevo appena terminato un progetto fotografico nei Paesi del Mediterraneo, quando a Udine ho notato quante integrazioni tra persone di diverse provenienze e culture stavano rimappando il nostro tessuto sociale. Ho cominciato fotografando per strada”, racconta Bernardis, tracciando il percorso della mostra che si apre con un’introduzione di una delle curatrici, Roberta Altin, antropologa e ricercatrice all’Università di Trieste, che si occupa di processi migratori e di antropologia.

Il primo volto che si incontra è quello di Julius, “un ragazzo molto giovane, proveniente dal Benin, che è stato il primo che ho fotografato. Con lui era nato un rapporto di amicizia durato negli anni. Julius si era sposato con una ragazza russa, hanno avuto due figli meravigliosi. Poi, purtroppo, ha avuto un incidente stradale. Julius ora non c’è più, ma restano le sue foto”. Da quel primo scatto ne sono seguiti molti altri che raccontano matrimoni, feste, messe e usanze delle comunità straniere ormai radicate sul territorio friulano che il professionista Bernardis ha incontrato tramite l’Ucai, l’Unione delle comunità e associazioni di immigrati. “E’ stato un piccolo viaggio intorno al mondo. Grazie alla mia passione per la fotografia ho potuto incontrare e conoscere molti luoghi e persone che mi hanno aperto un orizzonte e hanno cambiato un po’ anche la mia vita, ad esempio con l’incontro con un monaco tibetano e la comunità buddista di Polava”, aggiunge Bernardis che da quegli scatti ha costruito rapporti e amicizie che perdurano nel tempo. “Nella nostra scuola – prosegue – le classi sono composte da studenti provenienti da culture diverse. A loro dico: sfruttate queste diversità, imparate a conoscerle, fatele vostre perché sono un arricchimento. L’occasione di incontro per me è stata la fotografia, per loro sono i banchi di scuola”.

Aperta dal 28 ottobre, la mostra è già stata visitata da diverse classi dell’Istituto, sia del corso diurno che del serale. Gli studenti si sono dimostrati entusiasti, attenti e curiosi. Alcuni di loro, con stupore, hanno ritrovato nei volti ritratti dei propri conoscenti. “Molti si stupiscono nello scoprire che le foto sono state scattate a Udine: volutamente tagliano il contesto paesaggistico, quasi a voler isolare il soggetto rispetto al contesto. Il messaggio che volevo lanciare in questo modo è che sono le persone che fanno il luogo”, conclude l’autore.

La mostra rimarrà allestita fino al 22 dicembre.